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Figlie di Maria Ausiliatrice in Italiatorna su

Un’opera colossale, curata da Paola Cuccioli e dalla prof.ssa Grazia Loparco, docente di Storia della Chiesa.
Due volumi, per circa 1400 pagine, disegnano le attività svolte in 1173 case/comunità religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), con decine di migliaia di lemmi che indicano le opere realizzate dalle religiose in Italia in 150 anni, dal 1872 al 2022. 

Le Case sono suddivise secondo le regioni che si susseguono in ordine cronologico di prima fondazione, pertanto: Piemonte, Liguria, Sicilia nel primo volume; a seguire Veneto, Lombardia e tutte le altre regioni, eccetto il Molise, nel secondo volume.

 

La pubblicazione è frutto di una ricerca pluriennale da parte di sette FMA, membri dell’ACSSA Italia, che hanno redatto le schede relative alle singole case: Paola Cuccioli (Piemonte, Valle d’Aosta); Maria Stella Calicchia (Liguria, Emilia Romagna, Toscana); Loredana Corazza (Lombardia); Bruna Calgaro (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia); Claudia Daretti (Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Sardegna); Lucia Vizzi (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); Carmela Maria Coniglione (Sicilia).

Si tratta del completamento di una precedente ricerca del 2011 a cura di Grazia Loparco e Maria Teresa Spiga, Donne nell’educazione. Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Documentazione e saggi, Roma, LAS 2011.

 

Lì si erano registrati i dati fondamentali di tutte le Case fondate in Italia dal 1872 al 2010, con le statistiche relative a tutte le religiose professe distribuite per regioni di origine e per decenni, come pure a quelle decedute o uscite dall’Istituto, sempre per decenni, e indicati per regione.

Inoltre si erano riportate numerosissime denominazioni relative alle opere, raccolte in 11 macrocategorie, da quelle più esplicitamente educative, come quelle di istruzione declinate in tutte le variabili, fino alle opere sorte per rispondere a emergenze temporanee (guerre, emigrazioni, catastrofi naturali…).

 

La raccolta dei dati relativi alle opere era avvenuta per gli anni tondi del decennio (1880, 1890, 1900, ecc.), dunque sfuggivano i cambiamenti e le continuità per gli anni intermedi della decade. Per questo si è sentita l’esigenza di completare il lavoro, precisando la durata di ogni opera in ogni Casa, tenendo conto che ogni comunità era impegnata in varie attività formative.

Una minuziosa ricognizione consegna così ora una gamma molto ampia di attività che dal nord al sud ha seguito l’evoluzione del Paese, ponendosi dall’ottica delle esigenze educative riferite soprattutto alle fasce giovanili femminili delle classi popolari. Denominazioni e date sono più che numeri, poiché portano impresse le scelte educative maturate nel tempo.

Certo, ora sono tutte da studiare per provare l’effettiva incidenza della desiderata educazione integrale, o per constatare la ripetitività di opere consolidate. In ogni Casa si apre uno scenario da contestualizzare, e così nelle opere di ogni regione, di ogni periodo, o si può studiare nella complessità socioculturale ed economica, oltre che religiosa e delle istituzioni educative. Le schede illustrano il modo in cui si è declinato l’impegno di formare “buone cristiane e oneste cittadine” in una società in trasformazione, non omogenea.

La fonte principale dei dati è stata la serie annuale degli Elenchi generali dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, selezionando l’Italia. Circa 14.000 religiose italiane si sono avvicendate nelle case e nelle opere, oltre quelle partite per le missioni estere.

 

Qual è il senso di un simile lavoro?

«Attualmente in Italia - risponde la prof.ssa Grazia Loparco - non emerge un’attenzione storiografica particolare alla pubblicazione di dati analitici di largo raggio diacronico e geografico (distinguendo città e piccoli o medi centri centri) riferiti a una istituzione educativa, forse perché l’operazione richiede tempo e cura, è più funzionale ad approfondimenti tematici ulteriori che a produrre risultati immediati, eppure rivela risorse insospettate, che sfuggono nelle monografie locali. Solo per fare qualche esempio, attraverso le schede si può studiare un tema sull’asse diacronico, come lo sviluppo delle scuole (nei diversi ordini e gradi) nelle presenze delle FMA nella penisola, o per regioni, o per province, per periodi; o lo sviluppo dell’offerta di formazione al lavoro, come dell’affiancamento alla trasformazione del lavoro femminile, da domestico a extra familiare».

 

Quali sono le opere che risultano più evidenti?

«Risaltano le attività di formazione religiosa e nel tempo libero, dell’associazionismo laicale; le opere di ospitalità in appoggio alla mobilità femminile, o di assistenza ai minori in condizioni di maggiore fragilità, e via dicendo. Insomma, si può attraversare la storia d’Italia dal basso, costituito dalle fasce sociali su cui ricadevano le scelte politiche ed economiche, e che tanto hanno cooperato allo sviluppo del Paese. L’istruzione, la socializzazione, la valorizzazione della dignità di ogni persona hanno posto le premesse di una cittadinanza più attiva e responsabile».

 

Quali sono i vantaggi di questo lavoro di minuziosa ricerca storiografica?

«Si possono intuire i vantaggi di questo lavoro editoriale per la conoscenza ad intra di un Istituto religioso, per la riflessione sul suo radicamento capillare nel territorio, ma è altrettanto auspicabile che serva per lo studio ad extra, dato che un istituto educativo ha un naturale risvolto pubblico. Così, mentre la ricerca costituisceun unicum nella bibliografia degli Istituti religiosi d’Italia, al contempo attesta come lo spirito salesiano partecipi alla vita del Paese con l’intento di favorire la sua trasformazione mediante l’educazione dei giovani».

 

Madre Chiara Cazzuola, Superiora generale delle FMA e Gran Cancelliere della Facoltà, nella Presentazione sottolinea che «la prima caratteristica che emerge da questo lavoro è la capacità creativa e geniale delle FMA nel saper cogliere ed accogliere la realtà delle bambine, delle ragazze, delle donne in un contesto politico-sociale in continua evoluzione, dal 1872 fino ad oggi. È interessante notare come nella distribuzione territoriale nelle varie Regioni, in fedeltà a don Bosco e a madre Mazzarello, ovunque le FMA si sono adattate con semplicità e senza pretese, spesso nella povertà estrema e nella mancanza del necessario».

 

L’importanza di questa accurata ricerca è grande come grande è la responsabilità di ogni persona che si sente interpellata ad essere presente e protagonista della storia.

 

 

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Centro Studi Figlie di Maria Ausiliatrice-Associazione Cultori di Storia Salesiana
Paola Cuccioli e Grazia Loparco (a cura di),
Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2022). Case e opere
= Percorsi 7/1-2, Palumbi, Teramo 2023, 2 volumi.