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Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Romatorna su

“Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)” è il titolo del workshop internazionale, svoltosi il 7 settembre scorso, a Roma, presso il Museo della Shoah, in cui sono intervenuti gli studiosi coinvolti nello studio della nuova fonte rinvenuta. Tra questi, anche la prof.ssa Grazia Loparco, docente di Storia della Chiesa, che si occupa del tema da un ventennio e ha pubblicato diversi studi sull’argomento.

 

(dal Comunicato Stampa). Si tratta di una nuova fonte sugli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma, conservata nell’archivio del Pontificio Istituto Biblico. Una documentazione inedita che elenca le persone, in maggioranza ebree, protette dalle persecuzioni nazifasciste della Capitale grazie al rifugio loro offerto presso istituzioni ecclesiali della città. L’elenco delle congregazioni religiose ospitanti (100 congregazioni femminili e 55 maschili), insieme ai rispettivi numeri delle persone da loro ospitate, era già stato pubblicato dallo storico Renzo De Felice nel 1961, tuttavia la documentazione integrale era stata considerata perduta.

Gli elenchi ora ritrovati si riferiscono a oltre 4.300 persone, delle quali 3.600 sono identificate per nome. Dal confronto con i documenti conservati nell’archivio della Comunità Ebraica di Roma, circa 3.200 risultano con certezza ebrei. Di questi ultimi sappiamo dove sono stati nascosti e, in talune circostanze, i luoghi di residenza prima della persecuzione.

La documentazione incrementa così significativamente le informazioni sulla storia del salvataggio di ebrei nel contesto degli istituti religiosi di Roma. Per motivi di tutela della privacy, l’accesso al documento è al momento riservato.

Roma fu occupata dai nazisti per nove mesi, a partire dal 10 settembre 1943 fino a quando le forze alleate liberarono la città il 4 giugno 1944. In quell’arco di tempo la persecuzione degli ebrei determinò, tra l’altro, la deportazione e l’uccisione di quasi 2.000 persone, compresi centinaia di bambini e adolescenti, su una comunità di circa 10.000 - 15.000.

 

Oltre alla prof.ssa Loparco, gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Paul Oberholzer dell’Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, Direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al Rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik.