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Reinventare l’educazionetorna su

Il 26 novembre 2020, in una cornice insolita, si è inaugurato il nuovo anno accademico 2020-2021. La pandemia costringe ancora una volta a rimodulare non solo le attività didattiche, ma anche le iniziative culturali, in cui rientra l’atto accademico dell’inaugurazione, che si colloca quest’anno anche nel 50° anniversario dell’erezione canonica dell’“Auxilium” a Facoltà di Scienze dell’Educazione.

L’evento, nel rispetto delle misure anti-Covid, è trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube della Facoltà a partire dalle ore 10.00.

Presenti nell’Aula Magna “Giovanni Paolo II” una rappresentanza delle studentesse Figlie di Maria Ausiliatrice della comunità residente, il neo-eletto Delegato degli Studenti al Consiglio Accademico, Diego Dionisi, e la Segretaria del Collegio Studenti, Eva Bulcaku; don Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere, Madre Yvonne Reungoat, Vice Gran Cancelliere e Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Collegati, tra gli altri, anche don Massimo Naro, Direttore del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Istituto Euromediterraneo “Fondazione Alessia” di Caltanissetta affiliato alla Facoltà, con la comunità dei docenti e degli studenti, che hanno fatto coincidere l’inaugurazione del loro anno accademico con quello della Facoltà.

 

Costruire fraternità, camminare nella speranza

 

È il titolo che la Preside, prof.ssa Piera Ruffinatto, ha voluto dare alla sua Relazione sull’anno accademico trascorso. Il suo intervento ripercorre eventi e descrive azioni di un anno che ha avuto nella pandemia, scoppiata nel mese di marzo, uno spartiacque che ha costretto a cambiare e modificare programmazioni e iniziative, caratterizzando diversamente i due semestri.

Un anno segnato dal cinquantesimo di erezione canonica della Facoltà quando l’Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze religiose, che era sorto a Torino nel 1954, divenne Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione. «Era la prima Facoltà pontificia affidata a donne - sottolinea -. La nostra storia ci insegna che ciò che umanamente sembrava allora un’utopia impossibile si è realizzata grazie alla collaborazione di donne coraggiose, animate da una grande passione per l’educazione, permettendo così un nuovo passaggio nella storia dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, cioè la consegna ad esprimere la specifica missione salesiana anche a livello universitario».

 

La collaborazione e la passione per l’educazione hanno fatto sì che le energie, soprattutto nel secondo semestre, si siano concentrate sulla gestione dell’emergenza, rivelatasi al contempo una spinta per sperimentare l’innovazione didattica e introdurre nuove risorse professionali, umane e tecniche. «Grazie all’impegno tenace e generoso di tutti - precisa -, nei mesi di interruzione delle lezioni in presenza si è riusciti a garantire a tutti gli studenti e studentesse la continuità didattica e il conseguimento dei risultati di apprendimento programmati».

Nell’ultima parte della Relazione, la Preside ribadisce che «come Facoltà di Scienze dell’Educazione siamo chiamati ad accogliere questa missione formativa e realizzarla nella nostra comunità accademica, luogo di vita, di studio e di ricerca, e contribuire così a costruire un nuovo modello di cultura che mette al centro la persona e la fiducia nella sua educabilità». In questo grande orizzonte, in cui l’educazione è vero motore di trasformazione e di cambiamento della società, «possiamo generare nuovi orizzonti in cui l’ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza siano i cardini portanti di un nuovo modo di pensare e di agire. E lo vogliamo fare con lo sguardo femminile che ci caratterizza, spontaneamente inclusivo e capace di tradurre in azione sogni e ideali».

 

Reinventare l’educazione

 

La prolusione di mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, prende avvio dalla memoria del 50° che la Facoltà sta vivendo. «La Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione - esordisce - è nata come frutto di un processo evolutivo durato almeno 16 anni […]. La novità di questa realtà accademica non fu intesa come una utilità interna dell’Istituto religioso quanto una risposta femminile di studi ecclesiastici ai fini dell’educazione cristiana, accanto a quella dei Salesiani».

Lo scenario di questi ultimi cinquant’anni è indispensabile per reinventare l’educazione, perché è urgente raccogliere e valorizzare il patrimonio pedagogico vissuto e che oggi vanno rilanciate.

«L’educazione - precisa - è oggi sfidata nei suoi valori più profondi: il primato della persona e della comunità, la ricerca del bene comune, la solidarietà e la cooperazione, la cura delle fragilità, l’attenzione ai meno fortunati, il rapporto tra l’uomo, la natura e l’ambiente e, di conseguenza, il compito dell’educazione ad esso connesso». Da qui, l’individuazione di alcune grandi questioni che i sistemi educativi e le istituzioni devono considerare per poter offrire una risposta coerente a livello di valori, di stili e di metodi: la crisi dei rapporti e della comunicazione tra le generazioni; la sfida del transumanesimo; la perdita del senso della storia.

 

Il contributo dell'Università

 

Il punto di partenza, secondo Zani, è «l’intuizione profetica dei fondatori [che] aiuta a ritrovare la linfa e a proiettare il servizio di questa Facoltà nell’orizzonte della realtà attuale e in una prospettiva rinnovata». Occorre dunque ripartire da qui, dalla storia e dalla passione educativa che l’ha caratterizzata, ma anche da un attento ascolto di quanto è emerso come istanza dagli ultimi mesi vissuti, segnati dal fenomeno della pandemia, e degli orientamenti proposti da papa Francesco e confluiti nel Patto Educativo Globale.

 

«Papa Francesco parla di “nuovo umanesimo” e «la realtà accademica è il contesto culturale ed educativo che per specifica vocazione può sintonizzare e sviluppare le caratteristiche e le potenzialità della persona in formazione».

 

Alla luce di questa visione, mons. Zani indica tre linee per costruire un mondo più solidale e fraterno.

Ripartire dalla persona, avere cioè il coraggio di mettere la persona al centro come risposta alla metamorfosi antropologica in atto, da cui deve partire il contributo dell’università per reinventare l’educazione oggi «per poter giungere ad “umanizzare il mondo e la storia”».

Ripensare il pensiero, che «si traduce nell’invito ad investire nel campo educativo le migliori energie con creatività e responsabilità, promuovendo progetti di lunga durata allo scopo di preparare persone aperte e disponibili al dialogo e a costruire relazioni nuove tra generazioni e tra le varie espressioni della società civile». È necessario ripensare il pensiero anche a livello accademico «proponendo conoscenze e saperi che arricchiscono e qualificano la persona non solo nella sua componente razionale, ma oggi soprattutto la aiutino a maturare e consolidare la sua capacità relazionale a tutti i livelli».

Sviluppare la solidarietà,ovvero «il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità, perché il servizio è un pilastro della cultura dell’incontro». Per questo «occorre educare al servizio e alla responsabilità, avendo a cuore la convivenza umana a più largo raggio, a carattere socio-politico, all’impegno nella città».

Tre punti, «vanno approfonditi e applicati in modo specifico nella formazione dei formatori affinché in vista dei loro compiti educativi, coltivino sempre meglio i tratti fondamentali della loro professionalità basati: sull’autorevolezza della loro personalità adulta, sul senso di umiltà dell’intelligenza che fa della propria cultura e offerta formativa un dono da restituire e non un potere da affermare, e su un modello pedagogico che si ispira al valore della testimonianza umana e alla capacità di fare sempre spazio ai più lenti e privilegiare gli ultimi».

 

La mattinata procede con il saluto di don Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere, che sottolinea come il servizio della Facoltà sia importante per costruire un mondo nuovo e diverso con l’educazione. Tocca a lui proclamare “docente emerita” la prof.ssa Ha Fong Maria Ko, docente di Sacra Scrittura, consultrice del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani.

Il saluto di Madre Yvonne Reungoat, Vice Gran Cancelliere e Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che nel suo augurio sintetizza il senso di questo atto accademico solenne: «scegliete la via ardua e affascinante dell’educazione perché tutti riceviamo in affidamento il futuro del mondo. L’educazione si fonda sulla speranza. È seminare germi di bene con la certezza che cresceranno e porteranno frutti».

 

È con questi auspici che, il Gran Cancelliere, dichiara aperto ufficialmente il 51° anno accademico.

 

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