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Congresso Mondiale OIECtorna su

La Prof. Martha Séïde, delegata della Facoltà «Auxilium» per l'Istituto FMA, ha partecipato ai lavori del XVII Congresso Mondiale dell'OIEC (Office International de l’Education Catholique) sul tema: “La scuola cattolica, luogo di speranza per educare ai diritti umani”.

Al Convegno, che si è svolto dal 18 al 21 ottobre 2011, a Zaragoza (Spagna), erano presenti 400 partecipanti, provenienti da 100 paesi, a diverso titolo impegnati nell’animazione dell’educazione cattolica. Oltre ai diversi aspetti del tema, sviluppati dalle varie regioni dell’OIEC come previsto dal programma, si sono svolte altre relazioni di integrazione nell’ottica dell’educazione integrale.
Lo sviluppo delle diverse sessioni di lavoro, le riflessioni offerte dai relatori, la condivisione delle “buone pratiche” e delle varie esperienze a livello mondiale hanno portato i congressisti a focalizzare alcuni elementi determinanti per la loro vita e per l’azione educativa del post-congresso. Abbiamo rivolto alla Prof. Séïde alcune domande.

Qual è la situazione della scuola cattolica a livello mondiale?
La scuola cattolica sta vivendo tempi di cambiamento ambivalenti e di speranza, che esigono dagli educatori il coraggio di rendere visibile nei centri educativi l’invito di Gesù a “non avere paura … ho vinto il mondo”.

Ha ancora senso oggi parlare di “scuola cattolica”?
Più che mai, in quanto viviamo tempi di chiaroscuri, per questo le comunità educanti delle scuole cattoliche sono chiamate a farsi vicine al “cuore ferito” dell’umanità e a cambiare lo sguardo, a prendere le distanze dai lamenti o dal fatalismo per vivere le crisi come opportunità di rinnovamento dell’impegno educativo.

Che cosa è chiamata a fare la scuola cattolica in un tempo di complessità e di incertezza globali?
La scuola cattolica, la cui missione è nata dal cuore della Chiesa, è segno di speranza di un mondo migliore per tutti e di un accesso per tutti all’educazione. Il progetto educativo cattolico, profondamente segnato dalla fede, si muove tra l’utopia e la memoria, tra il senso della vita e l’esigenza dell’alterità. Siamo chiamati ad educare e imparare a pensare, a vivere e agire per la solidarietà, la giustizia, la pace, ad accettare l’altro, al di sopra della diversità culturale. È un compito complesso, che esige dalla scuola un nuovo umanesimo capace di valorizzare l’“avere meno per essere più”, assumendo il rischio di condividere le differenze e di costruire un “io” che accoglie un “tu”, facendosi eco di Gesù che accolse lo straniero e i poveri, superando la tentazione di assolutizzare altre verità o norme.

A quali conclusioni è giunto il Congresso?
Si è arrivati a definire cinque scelte operative: coltivare l’attenzione alla diversità; trasformare i centri educativi in spazi di educazione ai valori e in “laboratori di leadership” nella pratica dei diritti fondamentali della persona e dei popoli; prestare attenzione alle esigenze del bene comune nelle realtà sociali spesso inumane, per rendere visibile il Regno di Dio che ci impegna a costruire la solidarietà; promuovere persone, cittadini e cristiani, capaci di scoprire il valore e la dignità di ogni persona nella policromia della “pelle di Dio”; impegnarsi in progetti di educazione integrale perché la comprensione dei Diritti umani dalla prospettiva dell’umanesimo cristiano rinnova la nostra capacità di evangelizzare la cultura.
Oltre a tali linee di futuro, si sono ribaditi l’impegno a curare la formazione degli insegnanti; a rafforzare la significatività evangelica di ogni scuola, coinvolgendo anche i giovani, i consigli e gli organi di partecipazione dei Centri educativi.

 

Sito del Congresso Mondiale dell'Educazione Cattolica